«Woodson riesce a ricordare ciò che non può essere documentato, a evocare ciò che non può essere detto. Figlie di Brooklyn è un sinonimo della parola poesia» Washington Post
«Woodson avvicina il lettore alle sue giovani protagoniste al punto da fargli sentire l’odore delle gomme da masticare nel loro respiro e le labbra che ti sfiorano l’orecchio» New York Times
«Jacqueline Woodson racconta in modo lirico cosa significa essere una ragazza in America, e cosa significhi essere neri in America» Huffington Post
New York, estate del ’73. August ha otto anni quando, con il padre e il fratello, si trasferisce dal Tennessee a Brooklyn per cominciare una nuova vita. Lì scopre la potenza e il conforto dell’amicizia femminile, affrontando di petto il passaggio dall’adolescenza in direzione dell’età adulta. Più di vent’anni dopo, August ripercorre con coraggio e gentilezza quegli anni, trovando nel ricordo la strada per prendersi cura della se stessa bambina. La voce di August risuona delle voci delle giovani eroine di Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith, La casa di Mango Street di Sandra Cisneros e Sula di Toni Morrison, che dell’infanzia mantengono la grazia con cui per la prima volta si esce di casa per guardare il mondo.
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