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Luigi Ghirri

Antonio Desideri

«Fin da bambino, le fotografie che mi piacevano maggiormente erano quelle di paesaggio dove appariva un omino in uno stato di continua contemplazione del mondo. Quando più tardi ho iniziato a fotografare, non ho più trovato l’omino; era sparito, aveva portato con sé la rappresentazione dei luoghi e vi aveva lasciato il loro simulacro».

Luigi Ghirri (1943-1992) è stato uno dei principali fotografi italiani e, molto probabilmente, uno dei più grandi innovatori dello sguardo contemporaneo. La sua formazione culturale, influenzata da un lato dagli artisti concettuali modenesi e dall’altra dalla temperie generale degli anni Sessanta (ad esempio il cinema di Antonioni, Fellini e Zavattini), si è nutrita di varie discipline: dalla filosofia alla letteratura, dalla poesia alla musica (proverbiali i suoi lunghi viaggi in automobile con le canzoni di Bob Dylan come colonna sonora). Il suo lavoro non si è limitato alla produzione fotografica, ma ha spaziato in vari ambiti riservando sempre grande attenzione al contesto: vero e proprio animatore culturale, ha organizzato mostre, creato relazioni tra artisti di varie discipline, tenuto seminari e fondato una sua casa editrice, la Punto e virgola. Questo enorme impegno è sfociato inoltre in una proficua e profonda riflessione teorica che ha lasciato (oltre ai «normali» libri o cataloghi di mostre) scritti, lezioni, testimonianze; un materiale così ricco da non avere eguali tra i fotografi del nostro Paese.

7,51

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