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Pina Bausch

Leonetta Bentivoglio

«Balla, balla, altrimenti siamo perduti»

Con venti foto inedite di Ninni Romeo

Si può dire, senza rischio di esagerare, che nella geografia delle arti contemporanee esista un prima e un dopo Pina Bausch: con la sua originale «poesia del mondo», quest’autrice fuori dal tempo e dalle mode (dal ruolo d’iconoclasta finì per approdare, nel nuovo millennio, a quello di consacrata regista-coreografa), ha terremotato il panorama delle arti dal vivo. Non solo ha affrancato il balletto dalle seduzioni dell’apparenza, restituendo al corpo un’inedita «loquacità esistenziale», nel senso di facoltà d’indagare i paesaggi più profondi e oscuri dell’essere; ma ha identificato, al di là della danza (il discorso riguarda, più in generale, l’essere in scena davanti agli altri), una zona di comunicazione in grado di toccare nuclei di ricettività presenti in ciascuno di noi e comprensibili in ogni latitudine del globo, a prescindere da consuetudini culturali.

7,51

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